5G: frequenze, velocità e roadmap prevista

Il 5G è una rete wireless a banda ultra-larga – peraltro non partita da una richiesta di massa del pubblico, ma solo di pochissimi settori di nicchia – e rappresenta un enorme business per le compagnie telefoniche. Si noti che cavi Ethernet e fibra ottica permettono già oggi di trasferire i dati alle massime velocità possibili e si sta velocemente sviluppando il Li-Fi, una tecnologia di trasmissione wireless utilizzante la luce che, a differenza di quelle radio (1G-5G, Wi-Fi, etc.), non ha alcun impatto sulla salute.

Negli obiettivi dell’Unione Europea, vi è tuttavia la realizzazione di una banda ultra-larga (Gigabit) entro il 2025. Essa dovrà garantire una velocità uguale o maggiore di 100 Mb/s a agli utenti domestici dell’Unione. Dovrà inoltre garantire una velocità dell’ordine di Gb/s per le principali aziende e una connettività 5G nelle aree urbane e lungo le linee di trasporto. Allo scopo, è stato redatto un “5G Action Plan for Europe” (5GAP) – ovvero un “piano d’azione 5G per l’Europa” – ed è stata fissata una roadmap.

Schema della roadmap per il 5G prevista dalla Commissione Europea.

Quest’ultima prevede, sostanzialmente: entro il 2018, esperimenti sul 5G in test sul campo (“verticali”); entro il 2020, introduzione commerciale dei servizi 5G in almeno una città di ogni Paese dell’Unione Europea; entro il 2025, l’implementazione del 5G in tutte le aree urbane e lungo le principali vie di trasporto, con un dispiegamento massiccio e ubiquitario focalizzato sui settori “verticali”, che saranno i primi ad adottare (e spesso a pagare) tali servizi: trasporti, media, manifattura, etc.

In pratica, la rete 5G si sommerà a una rete pervasiva in fibra ottica e alla rete wireless attuale “4G + Wi-Fi”, lavorando su tre bande di frequenze “pioniere”: 700 MHz, per la copertura universale (alla velocità di decine di Mb/s) di connettività affidabile; 3,6 GHz, per la copertura urbana con una struttura densa di piccole celle (small cells) alla velocità di 1-3 Gb/s (telefonini, smart city); 26 GHz, per la copertura di Hot-spot fino alla velocità di 10 Gb/s (stazioni ferroviarie, eventi sportivi, piccole fabbriche).

Le bande di frequenza “pioniere” del 5G.

Velocità della rete 5G e tempo di latenza previsto

Il rapido sviluppo di dispositivi elettronici low-cost connesso alla globalizzazione  ha portato all’avvento di varie applicazioni emergenti (ad esempio, analisi di big data, intelligenza artificiale e media tridimensionali (3D), Internet delle cose, e così via), che richiedono una quantità significativa di traffico dati rispetto alle reti mobili, che sono già indispensabili per la nostra società per permettere la connessione wireless “ovunque e in qualsiasi momento”, sebbene spesso essa sia largamente superflua.

Una delle caratteristiche principali delle reti mobili 5G e successive è l’enorme quantità di dati, che richiede una velocità per dispositivo (più Gb/s) e un’efficienza per area (b/s per km2) molto elevate. Ad esempio, è previsto che il traffico mondiale di dati in tutto il mondo sarà, nei soli smartphone, di circa 50 petabyte nel 2021, ovvero circa 12 volte il traffico presente nell’anno 2016. Da questi dati, possiamo anche stimare che il traffico potrà aumentare, con la pubblicità martellante, ad un ritmo molto rapido.

Tra i vari tipi di traffico dati, i dati video sono quelli più dominanti. Il traffico video costituisce già una parte significativa del volume di traffico mobile, ma è previsto che sia necessario almeno un traffico di 10 Gb/s per un dispositivo Virtual Reality (VR). Inoltre, i video ad alta definizione (HD) stanno diventando sempre più importanti per i dispositivi mobili, e quelli Ultra HD o UHD (4K e 8K) e il rendering 3D dovrebbero diventare ampiamente disponibili in un futuro non troppo lontano.

La visione della rete 5G da parte della Commissione Europea contempla impieghi di nicchia di cui il grande pubblico non sente il bisogno al punto da mettere a rischio la propria salute. Si tratta di un grande “regalo” fatto alle lobby della telefonia mobile.

Un video UHD non compresso può richiedere una velocità di 24 Gb/s e un video UHD 3D non compresso addirittura i 100 Gb/s. Pertanto, i principali obiettivi tecnici per i sistemi 5G saranno: velocità dati estremamente elevata per dispositivo (varie decine di Gb/s); elevate velocità di trasmissione dati per area e un numero elevato di dispositivi collegati; tempo di latenza ultra basso (inferiore a un microsecondo), in particolare per le applicazioni multimediali 3D e per i video interattivi/VR.

Le nuove tecnologie wireless offrono sempre maggiore velocità, ma velocità può significare almeno tre cose diverse: velocità raggiunte in laboratorio o in prove limitate, velocità di picco raggiunte nel mondo reale in condizioni ideali e velocità che gli utenti reali nel mondo reale ottengono in media. Quando le reti 5G diventeranno mature – e occorreranno ancora alcuni anni – dovranno offrire velocità di picco nella trasmissione dei dati di 20 Gb/s e velocità di dati per utenti esperti di 100 Mb/s.

La trasmissione di laboratorio 5G più veloce è stata di 1 terabit al secondo, e il record per una prova sul campo si attesta attualmente a 35 Gb/s. Non è un buon indicatore delle velocità reali a breve termine, anche se le proiezioni a più lungo termine sono che 20 Gb/s possa essere una velocità di picco realistica raggiungibile. Il 5G in condizioni reali sarà probabilmente più lento di 35 Gb/s, ma comunque marcatamente più veloce delle reti 4G e di alcune soluzioni in fibra ottica e via cavo.

Un test di velocità del 5G su una rete americana.

In generale, sono probabili velocità di picco superiori a 1 Gb/s, anche se ciò solo per qualcuno situato molto vicino al trasmettitore, e usando la rete quando non è occupata. Una simulazione basata su una rete di Francoforte ha stimato un aumento di 9 volte della velocità mediana, da 56 Mb/s a 490 Mb/s. In una rete di San Francisco l’aumento è stato di 20 volte, usando la copertura con onde millimetriche. Come per gli immobili, le velocità 5G raggiunte dipendono dal luogo, dall’ubicazione e dalla posizione.

Un ulteriore vantaggio potenziale della tecnologia 5G è la minore latenza: il tempo necessario per inviare un messaggio da un dispositivo alla rete e ottenere la risposta. La latenza media delle reti 4G è di circa 60 millisecondi (ms), anche se può esserci una variazione considerevole, e le latenze 4G potrebbero teoricamente essere inferiori a questo valore. Ma le reti 5G avranno, nel tempo, una latenza inferiore a 1 ms, sebbene quelle avviate nel 2019 avranno probabilmente una latenza di 20-30 ms.

Per il consumatore medio o l’utente aziendale e per la maggior parte delle attuali applicazioni del mondo reale, c’è poca differenza pratica tra 100 ms e 20 ms. Nel corso del tempo, tuttavia, la latenza può essere molto importante per le applicazioni abilitate all’Internet delle cose, ai veicoli autonomi, e per eseguire interventi di chirurgia a distanza con feedback, 30 anche se queste applicazioni hanno maggiori probabilità di concretizzarsi nel 2021 e oltre, quando l’affidabilità della rete sarà garantita.

Il 5G è considerata la tecnologia di connettività del futuro, anche se chi è conscio dei suoi enormi potenziali pericoli per la salute umana spera che sia “del futuro” nel senso che non sia mai del presente. Sebbene la sua curva di adozione possa essere piuttosto bassa nei prossimi 12-24 mesi, e ci vorranno anni al 5G per replicare il dominio del mercato del 4G, molti operatori di telefonia hanno un forte incentivo a saltare sul carro del 5G per motivi di velocità, latenza, penetrazione e (specialmente) capacità.

Molti si sono posti il problema della sicurezza della rete 5G rispetto allo spionaggio cinese tramite Huawei, ma ben pochi si sono preoccupati dei rischi per la salute connessi a questa tecnologia già solo per il fatto che utilizzerà onde millimetriche. 

Smartphone 5G, router 5G e reti domestiche

I telefonini 4G funzioneranno su reti 5G, ma non a velocità 5G. Creare invece un telefonino per il 5G adatto a lavorare sulle frequenze del 5G è più complicato di quanto si possa pensare, a causa delle differenze tra due componenti fondamentali di un telefono 5G rispetto a un telefono 4G: il modem e l’antenna. Il modem in uno smartphone solitamente si trova sullo stesso chip del processore. Già un chip 4G per un telefono di fascia alta costava circa 70 euro nel 2018, la versione 5G costerà quasi certamente di più.

Ma la sfida più grande è progettare un’antenna per 5G. Dal momento che la nuova tecnologia verrà lanciata sia a frequenze intorno ai 26-28 GHz (che richiedono sistemi di antenne a fascio stretto e ad alto guadagno costituiti da più elementi combinati) ed a frequenze inferiori a 6 GHz (per si possono usare antenne a singolo elemento, basso guadagno, omnidirezionali), il design di un’antenna 5G è molto più complicato di quello per un’antenna 4G, e porterà quasi certamente a un prezzo più alto dei telefonini.

Mettendo insieme questi fattori, i costi dei componenti di un telefonino pronto per il 5G nel 2019 saranno probabilmente più alti di 40-50 euro rispetto a quelli di un telefono 4G paragonabile, per un telefono con relativamente poche reti in tutto il mondo a cui connettersi, e probabilmente con una copertura limitata anche laddove disponibile. C’è una buona notizia, tuttavia: la durata della batteria sarà probabilmente un problema minore rispetto a quando è stato lanciato il 4G, e in linea con i cellulari 4G.

Le due antenne nere sono quelle per le onde millimetriche del 5G.

Prima di analizzare la situazione frequenze e la roadmap europea e italiana, vediamo cosa ci si aspetta, sul breve termine, a livello mondiale. Secondo la nota società di consulenza Deloitte Global, nel 2018 ci sono stati 72 operatori di telefonia mobile nel mondo che hanno testato il 5G, ed entro la fine del 2019 ci si aspetta che 25 operatori abbiano lanciato il servizio 5G in almeno parte del loro territorio (di solito città) con altri 26 operatori che lo lanceranno nel 2020, più che raddoppiando totale.

Inoltre, ci si aspetta che circa 20 venditori di telefoni cellulari possano lanciare nel mondo dei telefonini pronti per il 5G nel 2019 (con il primo dispositivo disponibile nel secondo quadrimestre), e circa 1 milione di telefoni 5G (su una previsione di 1,5 miliardi di smartphone che potranno essere venduti nel 2019) siano consegnati entro la fine dell’anno. Verranno inoltre venduti un milione di modem/router 5G e verranno installati circa un milione di dispositivi di accesso wireless fissi per il 5G.

Alla fine del 2020, ci si aspetta che le vendite di telefoni 5G (15-20 milioni di unità) rappresentino circa l’1% di tutte le vendite di smartphone, con il decollo delle vendite nel 2021, il primo anno in cui i rivenditori venderanno più di 100 milioni di telefonini 5G. I vantaggi più evidenti di queste prime reti 5G per gli utenti saranno velocità più elevate rispetto alla tecnologia 4G di oggi: velocità massime di gigabit al secondo (Gb/s) e velocità sostenibili stimabili in centinaia di megabit al secondo (Mb/s).

Ci si aspetta che l’equivalente 5G del modem / hotspot 4G abbia un discreto successo, colmando il divario tra quando le prime reti 5G vengono attivate e quando i telefoni 5G diventano ampiamente disponibili e convenienti per gli utenti occasionali. Quindi, anche se i telefonini li supereranno rapidamente nel primo o nel secondo anno successivo al lancio, i modem saranno una parte importante del nascente mercato dei 5G, anche se il segnale dal modem ai dispositivi (smartphone, PC, etc.) sarà Wi-Fi.

Inoltre, una piccola antenna delle dimensioni di un libro cartonato potrà essere collocata all’interno o all’esterno di una finestra di casa o del posto di lavoro che ha una visuale non ostruita su un trasmettitore 5G a onde millimetriche a non più di circa 200-500 metri (ad es. su un palo della luce). Questa nostra antenna ci garantirà l’accesso fisso wireless: infatti, se il trasmettitore 5G è collegato a una rete in fibra ottica ad alta velocità, l’abbonato godrà di una velocità di centinaia di Mb/s.

Un’antenna all’esterno di casa o del posto di lavoro diretta verso la piccola cella 5G locale ci darà il segnale 5G (o meglio lo darà a un router 5G) alle frequenze delle onde millimetriche. Eventuali alberi fra antenna e cella dovranno essere abbattuti.

La nostra antenna rivolta al trasmettitore 5G, inoltre, si collegherà – o sarà collegata – a un modem / router che distribuisce il segnale ad alta velocità (saranno possibili picchi di gigabit al secondo) all’interno della casa o dell’azienda tramite Wi-Fi, collegando smartphone che altrimenti non raggiungerebbero velocità 5G, così come computer, tablet, smart TV e altri dispositivi collegati senpre con il Wi-Fi o con altra tecnologia wireless locale (per cui le velocità potrebbero essere ridotte a seconda della tecnologia).

Le frequenze della rete 5G in Italia e nel mondo

La caratteristica distintiva di 5G è la sua flessibilità intrinseca, che gli consentirà di supportare diversi casi d’uso in modo ottimizzato, utilizzando uno spettro a banda bassa inferiore a 1 GHz, frequenze a banda intermedia da 1 GHz a 6 GHz e, infine, lo spettro a banda alta superiore a 6 GHz. Lo spettro a banda bassa, ad esempio, è considerato essenziale per i casi di utilizzo che richiedono una copertura senza soluzione di continuità e un’elevata mobilità, come le comunicazioni a bassa latenza ultra-affidabili.

Lo spettro a banda intermedia verrà usato dalle prime reti 5G per supportare l’Enhanced Mobile Broadband (eMBB), fondamentale per promuovere investimenti nelle reti 5G. Quando le reti 5G diventeranno mature, dovranno offrire velocità di picco nella trasmissione dei dati di 20 Gb/s e velocità di dati per utenti esperti di 100 Mb/s, fornibili solo utilizzando canali con larghezze di banda dell’ordine di diverse centinaia di megahertz, disponibili solo nelle frequenze di banda alta a onde millimetriche.

L’uso di alte frequenze corrispondenti a onde millimetriche da parte del 5G comporterà una rete composta da un elevatissimo numero di antenne vicine alle case (ogni poche decine di metri) senza che venga richiesto il consenso ai cittadini interessati.

L’International Telecommunication Union (ITU) ha già assegnato diverse bande da 450 MHz a 6 GHz per le IMT (International Mobile Telecommunications). In linea di principio, il 5G può essere usato in qualsiasi di queste bande. Ad esempio, il Giappone sta sperimentando il 5G nelle bande 3,6-4,2 GHz e 4,4-4,9 GHz, mentre la Cina sta testando il 5G nelle bande 3,3-3,6 GHz e 4,8-4,99 GHz. La situazione è invece più complessa per quanto riguarda, invece, gli Stati Uniti e l’Unione Europea

Gli Stati Uniti sono disposti a utilizzare la banda a 600 MHz (617-652 / 663-698 MHz), nonché la banda condivisa da 3,5 GHz (3550-3700 MHz). Anche le bande Advanced Wireless Services (AWS-3), cioè 1695-1710 MHz, 1755-1780 MHz e 2155-2180 MHz, possono essere usate. Va notato che, sebbene la banda a 600 MHz non sia una banda IMT, l’ITU ha già deciso di rivedere la situazione della banda di trasmissione TV (470-694 / 8 MHz) nel 2023, con rilascio di più spettro se necessario.

L’Europa ha selezionato i 700 MHz (694-790 MHz) come banda inferiore a 1 GHz per il 5G, mentre la principale banda pionieristica 5G dovrebbe essere quella a 3,4-3,8 GHz. In tale banda ogni Paese europeo dovrebbe fornire servizi 5G almeno in una città entro il 2020. La banda da 1,5 GHz (1427-1452 / 1492-1518 MHz) è stata studiata per fornire downlink supplementari. Il 5G può essere usato pure in altre bande armonizzate a livello europeo per servizi mobili (800 MHz, 2 GHz, 2,3 GHz e 2,6 GHz).

Per quanto riguarda invece lo spettro a banda alta, 11 bande con onde millimetriche, comprese tra 24,25 GHz e 86 GHz, sono state indicate come le bande 5G candidate durante l’ultima World Radio Conference 2015 (WRC-2015), come si può leggere nella relativa risoluzione. Come indicato nella tabella sottostante, tre di queste bande candidate potrebbero essere disponibili per il 5G soltanto sul lungo termine, poiché attualmente non sono allocate alle comunicazioni mobili su base primaria.

Le bande millimetriche candidate per il 5G.

Sebbene la decisione sulle bande per il 5G nelle onde millimetriche armonizzate a livello mondiale avverrà solo alla World Radio Conference 2019, ed i Paesi con forti iniziative 5G stiano già cercando di influenzare la decisione finale, nel frattempo l’Unione Europea ha seguito le linee guida ITU e ha designato 3,25 GHz di spettro nella banda 24,25-27,5 GHz come una banda 5G pionieristica. L’Europa considera anche le bande 31,8-33,4 GHz e 40,5-43,5 GHz come bande promettenti per il futuro.

Per quanto riguarda l’Italia, le bande per il 5G sono tre: a circa 700 MHz e le due realmente “pioniere” a circa 3,6 GHz ed a circa 26 GHz. In particolare, le “Procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26,5-27,5 GHz per sistemi terrestri di comunicazioni elettroniche al fine di favorire la transizione verso la tecnologia 5G” sono contenute nella Delibera n. 231/18/CONS dell’Autorità delle Garanzie per le Comunicazioni.

La prima pagina della citata delibera dell’AGCOM.

Nell’autunno 2018, si è conclusa in Italia la prima fase dell’asta per l’assegnazione delle frequenze 5G, relative alla banda a 700 Mhz, attualmente occupata dal segnale TV del digitale terrestre, e che dovrà essere liberata a partire dal 1° gennaio 2020 ed entro il 2022 (implicando il restringimento delle frequenze disponibili per il digitale terrestre e il passaggio di quest’ultimo al sistema Dvb-T2, cosa che richiederà peraltro la sostituzione dei “vecchi” televisori entro il 30 giugno 2022).

La banda a 700 MHz è la più interessante per i gestori della telefonia mobile, poiché permette di raggiungere tutto il territorio italiano con la banda ultralarga, con una diffusione capillare, ideale per i servizi dell’“Internet delle cose”. Restano invece ancora da assegnare i blocchi di frequenze nelle bande a 3,6-3,7 GHz ed a 26,5-27,5 GHz. Si noti che la “torta” legata al 5G ammonta a circa 225 miliardi di euro di guadagni entro il 2025, per gli operatori, con solo “briciole” per i Governi nazionali.

Roadmap del 5G in Europa ed a livello globale

A settembre 2016, la Commissione europea ha lanciato il suo “Piano d’azione 5G” per aumentare gli investimenti e gli sforzi per l’introduzione di infrastrutture e servizi 5G entro il 2020, grazie alla creazione di un mercato unico digitale. Questo piano stabilisce una chiara tabella di marcia (roadmap) per gli investimenti 5G pubblici e privati nell’Unione Europea. La Commissione ha proposto tutta una serie di misure per raggiungere in modo coordinato gli obiettivi del piano.

L’Europa vuole essere leader nel 5G, con tutti i rischi per la salute che ne conseguono.

Fra queste misure vi sono: l’armonizzare le priorità e i calendari nazionali per uno spiegamento coordinato in tutti i paesi membri dell’Unione; il prenotate subito le bande dello spettro per il 5G, senza attendere il WRC-2019; promuovere la diffusione rapida e tempestiva del 5G nei grandi centri urbani e lungo le principali vie di trasporto; facilitare l’implementazione degli investimenti privati nell’innovazione 5G; federare gli attori principali, collaborare alla promozione degli standard globali.

La Commissione Europea ha espresso i suoi obiettivi come parte dell’iniziativa H2020 per lo sviluppo e la modernizzazione delle città europee, che comprende il partenariato pubblico-privato 5G (o 5G-PPP), un’iniziativa di cooperazione tra istituzioni private e pubbliche per realizzare banchi di prova e applicazioni sperimentali per il 5G in Europa. Nel mese di dicembre 2017, la prima serie di specifiche rilasciate ha abilitato le implementazioni 5G utilizzando i sistemi 4G esistenti.

La “Roadmap versione 3.0”, rilasciata dal 5G-PPP nel maggio 2018, prevede come obiettivi principali: sostenere la leadership globale dell’Europa nella tecnologia 5G, l’implementazione della rete e la creazione di imprese redditizie; validare i vantaggi dei 5G nei settori verticali, tra cui il settore pubblico, le imprese e i consumatori; generare un chiaro percorso per l’implementazione del 5G di successo e tempestiva in Europa. Non vi è alcun accenno al problema dei rischi per la salute delle persone.

La roadmap per il 5G in Italia.

La maggior parte dell’attuazione della tabella di marcia sarà coperta su base privata, con parte di questa attuazione sostenuta dalla Commissione Europea attraverso il 5GAP, l’“EC 5G Infrastructure PPP Phase 3”, il Fondo di investimento EC 5G e dagli Stati membri attraverso programmi nazionali specifici. La maggior parte dei test 5G saranno realizzati attraverso prove private (commerciali e pre-commerciali) tra operatori di rete e produttori / distributori e coinvolgerà gradualmente le parti interessate verticali.

Tra i progetti “5G Infrastructure PPP Phase 3” è stato recentemente annunciato un programma specifico dell’Agenzia Spaziale Europea: “ESA Satellite for 5G Initiative”. Il progetto incorpora il settore spaziale nelle prove Pan-UE 5G per riunire le parti interessate per accelerare l’integrazione dei satelliti nella rete 5G. I progetti della fase 3 riguarderanno sperimentazioni e progetti pilota su vasta scala, dimostrando la capacità della tecnologia 5G di accogliere i requisiti di una moltitudine di settori verticali.

La rete 5G si baserà anche su costellazioni di migliaia di satelliti.

Alcune compagnie telefoniche americane hanno già iniziato il loro lancio del 5G su base limitata in poche città utilizzando sia le frequenze tradizionali che quelli corrispondenti a onde millimetriche. Si noti che i mercati per i modem / hotspot 5G e i dispositivi per l’accesso fisso wireless (FWA) riguardano la fornitura della connettività wireless come alternativa alla tradizionale banda larga domestica, piuttosto che fornire un’alternativa al 4G per la mobilità (in particolare smartphone, ma non solo).

Putroppo, si prevede che, dopo una prima fase in cui questo tipo di tecnologia prenderà piede nei centri abitati, per coprire tutte le aree che sono meno urbanizzate vengano spediti nello spazio migliaia e migliaia di satelliti, fino a coprire con il segnale 5G – sostanzialmente – tutto il nostro pianeta”, senza lasciare neppure aree bianche per gli elettrosensibili, che già oggi rappresentano in molte nazioni oltre il 10% della popolazione e che con il 5G si prevede possanmo crescere in modo esponenziale.

A San Valentino 2018, Elon Musk ha annunciato un piano per il lancio di 12.000 satelliti a bassa orbita “per trasmettere una connessione Internet ultraveloce e senza interruzioni” a ogni centimetro quadrato del pianeta.  I primi due satelliti di prova funzionanti con onde millimetriche sono stati lanciati su un razzo Falcon 9 una settimana dopo. In passato, i satelliti sono stati destinati al servizio di telefonia cellulare (si pensi alle costellazioni Globalstar e Iridium), ma nessuno aveva operato a tali frequenze.

Il piano di Space X di Elon Musk per guadagnare con i satelliti per il 5G.

Per darvi un’idea di quanto sarà radicale questo assalto, 4.425 satelliti si troveranno ad un’altitudine di circa 1100 km e 7.518 satelliti ad una di soli 335 km. Un razzo potrebbe lanciare 100 satelliti alla volta. E altre compagnie vogliono lanciare migliaia di satelliti per fare lo stesso: OneWeb pianifica di lanciare i primi dieci dei 4.560 satelliti pianificati entro il 2019; Boeing pianifica una flotta di 2.956 satelliti; ed anche Facebook, Google e altri pensano di lanciare satelliti e droni per una durata di 5 anni.

A lungo termine, il mercato mobile 5G (per cellulari, dispositivi di Internet delle cose e veicoli connessi) sarà probabilmente misurato in miliardi di connessioni, ma nel 2019 la maggior parte dei clienti 5G utilizzerà verosimilmente il 5G come alternativa – non come una sostituzione – del 4G. Usato in questo modo, l’applicabilità del 5G per gli accessi fissi wireless (FWA) basati su onde millimetriche varierà in modo considerevole in base al Paese, oltre che alla domanda locale da parte degli utenti.

Nei luoghi in cui la fibra ottica o altri servizi Internet ad alta velocità sono onnipresenti ed economici, l’FWA non offre sempre un particolare vantaggio (sebbene possano esserci alcune situazioni in cui esso offre velocità e/o capacità più elevate rispetto alle soluzioni in fibra). È nei luoghi in cui le linee in fibra sono meno disponibili e/o più costose, o dove la capacità wireless nelle tradizionali bande radio cellulari è già congestionata, che le soluzioni con onde millimetriche saranno probabilmente più utili.

Infatti, molti utenti di Internet in tutto il mondo si affidano già ai dati wireless via cellulare per il 100% delle loro esigenze di dati domestici. Tale percentuale è molto bassa in alcuni paesi (come il Regno Unito, al 5%), ma in altri paesi (come gli Stati Uniti, il Canada e la Turchia), quasi un quinto o anche più della popolazione che utilizza Internet fa affidamento sulle onde radio dei telefonini anziché sui cavi. Questa è una forma di digital divide fra utenti cablati e solo wireless (con velocità e/o capacità inferiori).

Percentuale di utenti domestici che si basano solo su connessioni wireless nei vari Paesi (dati 2017). Si tratta di percentuali relativamente modeste.

Anche i due gruppi di utenti sono demograficamente diversi: i consumatori esclusivamente wireless in ciascuno dei paesi studiati differiscono per età, reddito, istruzione e altri fattori. Alcuni paesi si basano in modo relativamente pesante su connessioni solo wireless, una scelta discutibile per le conseguenze sulla salute di utenti e cittadini. Il 5G wireless (a frequenze inferiori a 6 GHz e ad onde millimetriche) può essere utile nei posti in cui la densità di fibra ottica non è sufficientemente elevata.

Il 5G è stato lanciato tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 con solo una manciata di operatori che offrivano servizi in un territorio limitato, e l’uso del 4G non supererà il 50% di tutti gli abbonati a livello mondiale fino al 2023, ovvero 14 anni dopo il lancio. Ciò significa che il 5G sarà probabilmente ancora una tecnologia relativamente di nicchia nel 2025, con le sue previsioni di 1,2 miliardi di connessioni che costituiscono solo il 14% del numero totale di connessioni mobili non IoT in tutto il mondo.

Il 5G sarà una tecnologia ancora relativamente di nicchia nel 2025.

Si osserverà una considerevole varianza nei vari paesi: il 49% di tutti gli abbonati americani dovrebbe essere 5G in quell’anno, il 45% in Giappone, il 31% in Europa e il 25% in Cina, ma solo percentuali a una cifra in America Latina, Medio Oriente e Africa. Tra dieci anni, i fornitori continueranno a lanciare il 5G. Ciò in uno scenario business as usual, perché se aumenterà la consapevolezza degli utenti dei rischi per la salute posti dal 5G, lo scenario potrebbe essere ben diverso, con un forte calo della domanda.

 

Riferimenti bibliografici

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