Schermi led: perché sono pericolosi per gli occhi

I medici avvertono che ci potremmo trovare presto ad affrontare un’epidemia globale di cecità se le persone continueranno a passare ore a fissare uno schermo: ciò vale in particolare per i milioni di bambini e ragazzi che sono esposti agli schermi digitali come mai prima d’ora.

Infatti, la luce ad alta energia emessa dagli schermi digitali provoca danni irreversibili ai nostri occhi, deteriorandole le retine. Il danno alla retina – lo strato sensibile alla luce posto sul retro dell’occhio – è la causa principale della cecità centrale. Pertanto, il guardare negli schermi digitali per parecchie ore può causare danni irreversibili alle retine, e potenzialmente la cecità centrale.

Oggi è più chiaro che mai che siamo di fronte a un pericolo largamente sottovalutato, cui peraltro si potrebbe far fronte in modo relativamente semplice dotando gli schermi di filtri idonei per prevenire i danni: un recente studio, condotto presso l’Università Complutense di Madrid, in Spagna, ha infatti analizzato e confrontato i risultati di due precedenti studi sull’argomento.

Il primo ha esposto le retine dei ratti agli schermi dei tablet a LED che emettono una luce bianca: un gruppo con filtri e l’altro gruppo senza filtri. Dopo tre mesi di esposizione alla luce LED bianca, i ratti esposti senza filtri hanno sperimentato approssimativamente un aumento del 23% della morte delle cellule retiniche, fenomeno che può portare ad una perdita della visione.

Invece, i ratti che sono stati esposti ai tablet filtrati con Reticare – l’unica protezione per l’occhio basata su dati scientifici – non hanno sperimentato la morte delle cellule retiniche. Inoltre, lo studio ha mostrato che l’esposizione alla luce a LED dei tablet favorisce l’espressione di geni che promuovono la morte cellulare ed anche gli enzimi coinvolti nel causare la morte cellulare.

Un secondo studio ha esaminato la quantità di luce che entra nell’occhio in base al dispositivo, all’utilizzatore, al diametro dell’allievo e alla distanza dell’apparecchio all’occhio. Gli scienziati hanno misurato l’emissione degli schermi LED da parte di diversi dispositivi digitali (smartphone, tablet, computer e console di gioco) e hanno calcolato la quantità di luce ad alta energia.

I LED dei dispositivi digitali citati emettono luce con una elevata proporzione di lunghezze d’onda corte, che è una radiazione visibile caratterizzata da una forte energia e può causare danni agli occhi. I risultati hanno scoperto che i bambini hanno ricevuto tre volte più luce di lunghezza d’onda corta.

A causa delle loro braccia più corte, infatti, essi sono esposti ad una luce ad alta energia a una distanza più breve rispetto a un adulto che utilizza lo stesso dispositivo. Inoltre, più di 2.000 bambini di età compresa tra otto e 18 anni hanno riferito che, in media, trascorrono circa 7,5 ore della propria giornata tipica utilizzando dispositivi con display a LED in attività accademiche e ricreative.

Per questo, è fondamentale che adulti e genitori agiscano adesso e li proteggano da ulteriori danni. Attualmente in Italia, oltre ai monitor dei computer da tavolo o portatili usati per lavoro o svago, esistono varie decine di milioni di dispositivi mobili. Di questi, oltre il 20% sono utilizzati da bambini o ragazzi senza protezione degli occhi, ad esempio uno schermo protettivo o occhiali.

Gli schermi LED presenti nella maggior parte dei dispositivi elettronici possono danneggiare in modo irreversibile la retina e potrebbero persino portare a una cecità parziale, soprattutto negli individui più giovani. In casi estremi, ciò potrebbe anche portare alla degenerazione maculare, la quale provoca delle fastidiose macchie scure che appaiono al centro del campo visivo.

Ma gli effetti descritti possono venire in gran parte invertiti semplicemente utilizzando un filtro appropriato sugli schermi di smartphone, tablet e monitor di computer. L’utilizzo di speciali filtri sullo schermo può non solo proteggere la retina, ma proteggere anche dall’espressione di geni che promuovono la morte cellulare.

“Reticare” – sviluppato in Spagna dalla dottoressa Celia Sanchez-Ramos – è uno di questi filtri che possono rendere la luce meno dannosa, in quanto converte la luce blu nociva in una frequenza di luce più “calda”, ovvero più simile a quella della luce del sole. Le autorità locali spagnole hanno stabilito che tutte le scuole sotto la loro giurisdizione devono utilizzare filtri protettivi degli schermi.

I filtri Reticare sono oggi disponibili online e comportano un costo compreso tra 13 e 49 euro, a seconda della dimensione dello schermo. In alternativa, alcuni optometristi dei centri più attrezzati possono testare gli occhi dei clienti usando una macchina chiamata Colorimeter, dopodiché progettano un paio di occhiali con una tinta blu che blocca la parte più dannosa dello spettro di colore.

Oltre ai danni alla retina, gli schermi di computer possono causare anche secchezza degli occhi, a causa di una ridotta frequenza di chiusura delle palpebre mentre si guardano gli schermi. I medici consigliano quindi la regola 20-20-20: ogni 20 minuti che si fissa uno schermo digitale, girare lo sguardo a 20 piedi di distanza (pari a 6 metri) per 20 secondi o più per lasciare che i muscoli dell’occhio si rilassino.

 

Riferimenti bibliografici:

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