Inquinamento luminoso e rischio di cancro

Stiamo iniziando a scoprire solo oggi gli effetti della luce artificiale notturna sulla salute umana, perciò alcuni non sono ancora noti al grande pubblico. Ma secondo Robert Gorter, medico e professore emerito all’Università della California, l’inquinamento luminoso provoca la soppressione immunitaria e il cancro.

Infatti, come spiega Gorter, “l’inquinamento luminoso è ora un fenomeno globale e disturba il ritmo circadiano in tutti gli esseri umani nelle nazioni industrializzate. La produzione di melatonina diminuisce e pertanto la soppressione dell’immunità è in aumento ed i primi segnali in tal senso iniziano ad emergere. La disgregazione del ritmo circadiano nell’uomo, l’incidenza di malattie croniche e le malattie sono in aumento come conseguenza diretta della crescente soppressione immunitaria”.

Dunque, occorre fare attenzione non solo all’inquinamento luminoso outdoor, ma anche a quello indoor, cioè in casa e sul lavoro. In particolare, l’esposizione prolungata alla luce artificiale di notte aumenta il rischio per alcuni tipi di cancro. Questo collegamento è così forte che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato il lavoro notturno come probabile cancerogeno umano.

Ciò è avvenuto dopo che numerosi studi hanno trovato che i lavoratori notturni hanno un rischio maggiore di sviluppare il cancro al seno rispetto alle donne che hanno lavorato durante il giorno. Uno studio dei primi anni ’90 ha ipotizzato che il fattore eziologico più importante nel rapido tasso di crescita del cancro sia il cambiamento di esposizione alla luce che si è verificato negli ultimi 100 anni.

Gli autori dello studio hanno affermato che “una maggiore esposizione della luce che agisce attraverso la ghiandola pineale riduce la produzione di melatonina, riducendo in tal modo gli effetti oncostatici non specifici della ghiandola pineale”. Uno studio russo del 2006 ha sostenuto questa teoria scoprendo che “un’inibizione della funzione della ghiandola pineale con l’esposizione a un regime della luce costante ha favorito la carcinogenesi, mentre la privazione della luce inibisce la cancerogenesi”.

Un recente studio dell’Università di Harvard ha riscontrato un maggiore rischio di cancro al seno nelle donne che vivono nei quartieri che hanno livelli più alti di luce all’aperto durante la notte. Per questo studio, l’epidemiologo Peter James e colleghi hanno seguito, dal 1989 al 2013, oltre 109.000 infermiere nell’ambito del Nurses’ Health Study per monitorare l’insorgere di cancro al seno.

La casa di ciascuna delle infermiere è stata geolocalizzata e il livello medio di luce di notte nel vicino quartiere è stato stimato da immagini satellitari provenienti dal Servizio satellitare meteorologico di difesa. Lo studio ha trovato un rapporto diretto tra il livello di luce notturna di una donna prima della diagnosi e il suo successivo rischio di sviluppare il cancro al seno: più alto è il livello di luce, maggiore è il rischio.

Questi risultati si sono ottenuti anche tenendo conto di molti altri fattori che possono pure influenzare il rischio di cancro, come l’età, il numero di bambini, il peso, l’uso di farmaci ormonali e una lunga lista di potenziali fattori confondenti aggiuntivi. Una cosa importante, se verrà confermata in altri studi, il rapporto è stato più forte nelle donne giovani diagnosticate prima della menopausa.

La ragione per studiare il livello di luce esterna è l’ipotesi che le comunità che di notte sono viste dal satellite risplendere in maniera brillante sono composte da persone che in generale sono immerse nella luce artificiale: hanno maggiore esposizione nella loro casa, all’esterno per strada e per l’intrattenimento serale nella città. Quindi, i dati satellitari sono considerati un surrogato per questa esposizione effettiva alla luce artificiale di ogni donna, in particolare la sera prima di dormire.

Troppa luce serale può ritardare la normale transizione verso la fisiologia notturna, che dovrebbe cominciare al crepuscolo. Una parte importante di tale transizione è un aumento sostanziale della melatonina ormonale nel sangue. La melatonina ha dimostrato di avere forti effetti anti-cancro nei ratti da laboratorio. Più corta è la lunghezza d’onda della luce – cioè più la luce ha blu rispetto ad altri colori – e maggiore è l’abbassamento della melatonina e il ritardo della transizione verso la fisiologia notturna.

Una possibile conseguenza – per quanto sorprendente – di questa esposizione alla luce è un aumento del rischio di cancro al seno nelle donne. Lo studio di Harvard è dunque significativo perché aggiunge un forte elemento di prova al crescente numero di studi che sostengono l’idea che l’eccessiva esposizione alla luce artificiale durante la notte aumenti il rischio di cancro al seno.

Ancora più interessante è il fatto che il cancro al seno non ha nessuna causa principale nota. Non è così per molti altri tumori comuni, come quello al polmone, al fegato, alla cervice e allo stomaco, per ciascuno dei quali una causa principale è stata individuata: le principali cause sono, rispettivamente, il fumo, i virus dell’epatite, il virus del papilloma umano e il batterio Helicobacter pylori.

L’unica nota positiva è che un altro studio ha scoperto che trascorrere una settimana di campeggio ri-sincronizza rapidamente il proprio ciclo di sonno con l’aumento e il tramonto del sole, il che può contribuire a contrastare alcuni di questi effetti. Sebbene sia necessaria una maggiore ricerca sull’argomento, è un altro motivo per stare di più all’aperto durante il giorno, quando è possibile.

 

Riferimenti bibliografici:

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