Inquinamento dell’acqua o idrico: cos’è

L’inquinamento dell’acqua – o inquinamento idrico – è, in generale, la contaminazione dei corpi idrici (ad esempio laghi, fiumi, oceani, falde acquifere e acque sotterranee), dovuta di solito alle attività umane. Si tratta della seconda preoccupazione ambientale più importante dopo l’inquinamento dell’aria.

Nel caso domestico, esso può essere combattuto efficacemente usando dei depuratori a osmosi inversa a monte del rubinetto di cucina, e verificando il conseguente e consistente abbattimento (anche oltre il 90%) della quantità totale di sostanze disciolte nell’acqua (il cosiddetto “residuo fisso”) con un misuratore di residuo fisso. Al calare della percentuale di abbattimento, sarà infatti ora di sostituire almeno il filtro principale del sistema.

L’inquinamento dell’acqua si verifica quando gli inquinanti (particelle, sostanze chimiche o sostanze che rendono l’acqua contaminata) vengono scaricate direttamente o indirettamente nei corpi idrici senza un sufficiente trattamento per eliminare i composti o gli elementi nocivi. Gli inquinanti entrano nell’acqua principalmente per cause umane o per fattori legati all’uomo.

In pratica, qualsiasi cambiamento o modificazione delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche dell’acqua che avrà una conseguenza negativa sugli organismi viventi costituisce un inquinamento dell’acqua. In molti Paesi in via di sviluppo, di solito l’inquinamento dell’acqua rappresenta una causa principale di morte, a causa del fatto che le persone bevono da sorgenti di acqua inquinata.

Gli inquinanti dell’acqua comprendono fattori organici e inorganici. I primi includono composti organici volatili, combustibili, rifiuti da alberi, piante etc. I fattori inorganici, invece, includono l’ammoniaca, i rifiuti chimici delle fabbriche, i cosmetici scartati, etc. L’acqua che percorre i campi è di solito contaminata con tutte le forme di rifiuti, inclusi i concimi. Essa si fa strada fino ai corpi idrici e talvolta ai mari, mettendo in pericolo la flora, la fauna e gli esseri umani che la usano.

Le varie vie di esposizione dell’uomo agli inquinanti. (Fonte: ECHA, 2016)

Il primo effetto dell’inquinamento dell’acqua è sugli organismi e sulla vegetazione che vivono in acqua, tra cui gli anfibi. A livello umano, molte persone muoiono ogni giorno nel mondo a causa del consumo di acqua inquinata e infetta. Nei Paesi industrializzati, gli effetti sulla salute dell’uomo sono in genere più subdoli, mentre nei Paesi in via di sviluppo sono spesso evidenti: ad es. oltre un milione di bambini muoiono quotidianamente di malattia diarroica solo in India ed i numeri sono in aumento.

Infestati da rifiuti che vanno dai sacchetti di plastica galleggianti ai pericolosi rifiuti chimici, i nostri corpi d’acqua sono così diventati un pool di veleni, o comunque la loro qualità si è ridotta, e qualità dell’acqua più bassa significa inquinamento dell’acqua. L’acqua, inoltre, è un ottimo solvente, per cui consente alla maggior parte degli inquinanti di sciogliersi facilmente e di contaminarla.

Naturalmente, ciò che fa la differenza è anche la quantità di inquinanti, oltre che il tipo. Oceani, laghi, fiumi e altre acque interne possono ripulire in modo naturale una certa quantità di inquinamento disperdendola in modo innocuo. Se versate una tazza di inchiostro nero in un fiume, l’inchiostro rapidamente scomparirà nel volume molto più grande di acqua pulita del fiume. L’inchiostro rimane ancora nel fiume, ma in una concentrazione così bassa da non vederlo neanche.

A livelli di concentrazione così bassi, le sostanze chimiche presenti nell’inchiostro probabilmente non costituirebbero alcun problema reale. Tuttavia, se si versano litri di inchiostro in un fiume ogni pochi secondi, il fiume diventerebbe rapidamente nero. Le sostanze chimiche nell’inchiostro potrebbero avere un effetto molto rapido sulla qualità dell’acqua. Questa, a sua volta, potrebbe influenzare la salute di tutte le piante, gli animali e gli esseri umani la cui vita dipende dal fiume.

Così, l’inquinamento dell’acqua è in gran parte una questione di quantità e di concentrazione: quanto di una sostanza inquinante viene rilasciato e quanto è grande il volume di acqua in cui viene rilasciata. Una piccola quantità di una sostanza chimica tossica può avere scarso impatto se viene sparsa nell’oceano da una nave, ma la stessa quantità della medesima sostanza chimica può avere un impatto molto maggiore in un lago o un fiume, dove c’è meno acqua pulita per disperderla.

Vi sono due tipi di acque che sono interessate dall’inquinamento: quelle superficiali e quelle sotterranee. Quando pensiamo alle risorse idriche della Terra, pensiamo di solito a enormi oceani, laghi e fiumi. Le risorse idriche come queste sono chiamate “acque superficiali”. Il più evidente tipo di inquinamento delle acque colpisce proprio le acque superficiali. Ad esempio, una fuoriuscita da una petroliera crea un chiazza di petrolio che può influenzare una vasta area di mare.

Un uccello subisce le conseguenze di una fuoriuscita di petrolio in mare.

Tuttavia, non tutta l’acqua della Terra si trova sulla sua superficie. Molte acque si trovano nelle strutture rocciose sotterranee conosciute come “falde acquifere”, che non possiamo vedere. L’acqua immagazzinata nelle falde acquifere è conosciuta come acqua sotterranea. Le falde acquifere nutrono i nostri fiumi e forniscono gran parte della nostra acqua potabile. Anche le falde acquifere possono diventare inquinate, quando certe sostanze dannose penetrano in profondità nel terreno.

Si noti che il 67% di tutte le acque sotterranee del mondo aggregate insieme viene usato per l’irrigazione, mentre il 22% viene usato per usi domestici (acqua da bere ed impieghi sanitari) e il restante 11% viene usato dall’industria. Le acque sotterranee forniscono circa la metà dell’acqua da bere e per irrigare usata nel mondo. Pertanto, la qualità di tali acque è particolarmente importante.

L’inquinamento delle acque sotterranee è molto meno evidente dell’inquinamento delle acque superficiali, ma non è certo un problema minore. Ad esempio, nel 1996 uno studio effettuato nell’Iowa (USA) ha scoperto che oltre la metà dei pozzi delle acque sotterranee dello stato erano contaminati da erbicidi. Ma la ricerca di altri inquinanti specifici – degli oltre 100.000 inquinanti organici persistenti prodotti dall’uomo – potrebbe riservare sorprese ben peggiori, specie nel nostro Paese.

Infatti, quando i rifiuti pericolosi o speciali vengono smaltiti o scaricati in modo non corretto, le probabilità di fuoriuscita con contaminazione del suolo e dell’acqua sono grandi. È molto probabile che questo tipo di fuoriuscita si verifichi e passi completamente inosservato. Purtroppo, ciò è vero anche per le perdite di rifiuti pericolosi più ampiamente conosciuti, ma c’è assai poco da fare. Una volta che si è verificata una fuoriuscita, l’inquinante non può essere quasi mai rimosso dalle acque di falda.

La principale fonte di inquinamento delle acque dolci può essere attribuita allo scarico di rifiuti non trattati, agli effluenti industriali e alla fuoriuscita di pesticidi e scorie varie dai campi agricoli, tanto più da quelli utilizzanti fanghi di depurazione. L’acqua inquinata – in particolare quella potabile contaminata dalle sostanze chimiche e tossiche – può causare problemi molto seri alla salute umana anche nei nostri Paesi ricchi e industrializzati, non solo nei Paesi in via di sviluppo o del Terzo Mondo.

Non sono disponibili stime pubblicate sul numero globale di morti e di malati derivanti dagli effetti complessivi degli inquinanti chimici nell’acqua. Tuttavia, il bilancio in specifiche aree può essere elevato, poiché alcuni degli inquinanti sono potenti veleni, mentre numerose delle sostanze chimiche che inquinano le falde acquifere – e che possono persistere nell’ambiente per lunghi periodi ed essere trasportate dall’acqua per lunghe distanze – sono noti o sospetti cancerogeni.

Alcuni di questi inquinanti sono ancora largamente sottovalutati, anche a livello normativo, pur avendo il potenziale di raggiungere l’uomo attraverso l’acqua e di combinare gli effetti in modo sinergico ed in parte imprevedibile: ci riferiamo, ad esempio, agli inquinanti organici persistenti (comprendenti PCB, PAH, PFAS, diossine, etc.), ai fanghi di depurazione “imbottiti” di rifiuti di provenienza spesso del tutto ignota ed, infine, alle microplastiche scoperte di recente nelle acque di rubinetto.

L’inquinamento dell’acqua non avviene nell’acqua stessa. Consideriamo, ad esempio, gli oceani: circa l’80 percento dell’inquinamento dell’oceano entra nei mari dalla terra. Praticamente qualsiasi attività umana può avere un effetto sulla qualità dell’ambiente idrico. Le sostanze chimiche rilasciate nella combustione o dai camini industriali, ad esempio, possono entrare nell’atmosfera e poi cadere a terra come pioggia, entrando nei mari, nei fiumi e nei laghi e causando l’inquinamento dell’acqua.

Gli inquinanti possono provenire da fonti specifiche – come l’industria, le dighe, le miniere, le fattorie animali e gli impianti di trattamento delle acque reflue. Questo inquinamento è chiamato “di origine puntiforme”, ed è di solito più facile da affrontare. L’altro tipo – chiamato “da fonti diffuse”, o non puntiforme – comprende inquinanti dalle acque piovane, dall’atmosfera, dalle fosse biologiche, dalle discariche legali o abusive, etc., e per la sua natura è più difficile da controllare.

Anche l’inquinamento dell’acqua – come quello dell’aria – è un problema dovuto all’uomo, perché è uno sviluppo relativamente recente nella storia del pianeta: prima della Rivoluzione Industriale del XIX secolo, le persone vivevano più in armonia con il loro ambiente circostante. Quando l’industrializzazione si è diffusa in tutto il mondo, il problema dell’inquinamento si è diffuso con essa.

Quando la popolazione della Terra era molto più piccola, nessuno credeva che l’inquinamento dell’acqua avrebbe mai rappresentato un grave problema. Si pensava, semplicemente, che gli oceani erano troppo grandi per riuscire a inquinarli. Oggi, con circa 7 miliardi di persone sul pianeta, è divenuto evidente che esistono dei limiti, e l’inquinamento dell’acqua è uno dei segni che li abbiamo superati.

In molte zone del pianeta l’inquinamento dell’acqua è evidente per i suoi effetti.

L’acqua sostiene la vita. Inoltre, è necessaria per l’agricoltura, per l’alimentazione, per gli insediamenti umani, per l’industria e per gli ecosistemi. In tutte queste aree, avere la quantità necessaria e il tipo di acqua giusto è essenziale. Gli esseri umani e molti animali non possono bere acqua di mare. Ciò significa che se alteriamo la composizione chimica dell’acqua dolce, rischiamo di avere ripercussioni negative. Questo è ciò che rende l’inquinamento dell’acqua così reale e critico.

Dato che l’acqua copre oltre il 70% della superficie terrestre ed è una risorsa molto importante per le persone e per l’ambiente – e dato che l’inquinamento idrico influisce sull’acqua potabile, sui fiumi, sui laghi e sugli oceani in tutto il mondo – è fondamentale essere consapevoli dell’inquinamento dell’acqua e fermarlo, al fine di impedirne le conseguenze sulla salute e sull’ambiente.

Fra l’altro, quando l’acqua di falda diventa più contaminata in una determinata area, questa zona diventa meno capace di sostenere la vita umana, animale e vegetale. Se l’area diventa conosciuta per gli effetti dell’inquinamento, le possibilità che le persone vogliano vivere lì diminuiscono sempre di più. Anche se ciò potrebbe non essere un risultato immediato dell’inquinamento delle acque sotterranee, di sicuro il deprezzamento del valore dei terreni e delle case è un potenziale effetto collaterale.

 

Riferimenti bibliografici

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