Inquinamento acustico: cos’è e quali cause ha

Il cosiddetto “inquinamento acustico” è costituito da un rumore che disturba, con effetti nocivi sull’attività e sulla salute degli esseri umani o della vita animale. Inoltre, un ambiente acustico sfavorevole, anche se non abbastanza da essere dannoso per la salute, può compromettere seriamente la qualità della vita.

Le principali fonti di rumore all’aria aperta e nelle città sono costituite dal traffico dei veicoli e, in generale, dai sistemi di trasporto (che sono responsabili di oltre l’80% dei danni causati dal rumore): in particolare, dai motori delle automobili, dagli aerei e dai treni. Altre importanti fonti di inquinamento acustico sono alcuni impianti industriali e le grandi pale eoliche. Il rumore esterno può essere causato anche da macchine particolari, attività di costruzione, spettacoli musicali, movida notturna, etc.

Alcune fonti di rumore sono occasionali (ad es. i botti di Capodanno) o cicliche (ad es. il passaggio dei convogli della metropolitana), mentre altre sono continue o quasi, almeno in certi orari della giornata (si pensi, ad esempio, alle strade trafficate di giorno e alle discoteche di notte). La totalità del rumore esterno comprende quello prodotto da tutte queste fonti, ed è chiamato “rumore ambientale”.

Il rumore ambientale spesso è non-costante. Ma ci sono alcune eccezioni. Il rumore dai condizionatori d’aria, ad esempio, è relativamente stabile. Un rumore fluttuante ha una intensità molto variabile nel tempo. Esempi in tal senso sono il rumore del traffico stradale, la musica rock, il rumore di un elicottero che ci supera, etc. Se un rumore è impulsivo, il livello aumenta bruscamente e poi cala rapidamente. Gli esempi includono il martellamento, lo sparare e il rumore dei petardi.

Tecnicamente, il rumore si distingue in (1) continuo e (2) impulsivo. Nel caso di rumore continuo (che può essere costante, ciclico, fluttuante, etc.), il rischio per la persona esposta al rumore è una combinazione fra io livello di rumorosità e il tempo di esposizione. Nel caso del rumore impulsivo (percussioni isolate, esplosioni, etc.) il rischio è legato al superamento della soglia di danno immediato e traumatico, pari a 140 dB, ed in questo caso non importanza la valutazione dei tempi.

Le grandi città tendono ad avere maggiore rumore, e Roma è fra le città d’Europa con il maggiore inquinamento acustico, come si può vedere dalla tabella qui sotto, una rielaborazione dei dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) relativi all’inquinamento acustico di 50 grandi città del mondo. Qui I livelli di inquinamento acustico di ogni città sono stati classificati con un valore da 0 a 1, con 0 assegnato alle città con quello più basso e 1 alle città con quello più alto.

L’inquinamento acustico di 50 grandi città del mondo (elaborazione dati OMS).

L’inquinamento acustico ambientale è di solito favorito da una pianificazione urbana scadente, con edifici industriali e residenziali realizzati fianco a fianco, per cui i primi possono disturbare con il rumore prodotto dai propri impianti le aree residenziali. I problemi associati al rumore ambientale urbano risalgono fino all’antica Roma. Il rumore delle strade e degli altri fattori urbani può essere mitigato da una buona pianificazione urbana ed un migliore design delle strade.

L’esposizione all’inquinamento acustico costituisce un rischio per la salute. D’altra parte, l’esposizione al rumore è in aumento, soprattutto nell’ambiente di vita generale, sia nelle nazioni industrializzate che nelle regioni del mondo in via di sviluppo. Ciò implica che in questo secolo l’esposizione al rumore sarà ancora un grave problema di sanità pubblica che la politica – più che la scienza – deve affrontare.

Negli esseri umani, sia il rumore causato dall’ambiente esterno (ad esempio, dovuto al transito di treni) sia il rumore prodotto nell’ambiente interno (ad esempio, la musica) alla lunga può causare una perdita uditiva. Nell’uomo, inoltre, alti livelli di rumore possono contribuire anche ad effetti cardiovascolari come l’ipertensione e ad una maggiore incidenza della pericolosa malattia coronarica, oltre a produrre fastidio, disturbi del sonno e riduzione delle prestazioni scolastiche.

Vi possono essere anche conseguenze psicologiche del rumore. Un livello sonoro fastidioso può stimolare l’aggressività e altri comportamenti antisociali. I petardi possono sconvolgere animali domestici e selvatici o traumatizzare degli individui. Le persone più di frequente traumatizzate sono quelle esposte a conflitti militari, ma spesso gruppi di persone esposte a forti rumori possono innescare denunce e altri comportamenti di protesta. I neonati, poi, sono facilmente sorpresi dai rumori.

Una notevole fonte di stress da inquinamento acustico è costituita dai rumori dei vicini (o dei loro animali), che per circa il 10% degli italiani è un accadimento regolare. In molti casi, tali rumori hanno impedito loro di dormire o hanno provocato un disturbo continuo. Anche i livelli sonori fino a 40 dB (rumorosi all’incirca come un frigorifero o una biblioteca) di notte possono generare reclami o litigi per il rumore, e la soglia inferiore per il rumore che produce disturbi del sonno è di 45 dB o inferiore.

Gli effetti del rumore sullo sviluppo fisico dei feti e sullo sviluppo cognitivo dei bambini sono ormai documentati da vari studi (sebbene ne occorrano altri che gettino luce sulla connessione esposizione-risposta per differenti tipi di rumore e tempi di esposizione), e sono particolarmente meritevoli di attenzione, poiché in termini di anni di vita con ridotta qualità della vita o con handicap, gli effetti dell’inquinamento acustico sono più grandi per i bambini che per gli adulti.

Negli animali, l’inquinamento acustico può aumentare il rischio di morte del singolo esemplare – e in alcuni casi addirittura favorire l’estinzione di una specie – alterando la capacità di rilevamento dei predatori o di fuga della preda, interferendo con la loro capacità di comunicazione e, di conseguenza, con la riproduzione e con la capacità di orientamento e navigazione. Inoltre, anche negli animali l’inquinamento acustico può contribuire alla perdita temporanea o permanente dell’udito.

Il livello di pressione sonora dei suoni udibili varia da 0 dB a 120 dB. Suoni superiori a 120 dB possono già causare danni irreversibili immediati all’udito, oltre ad essere abbastanza dolorosi per la maggior parte degli individui. La tabella in decibel (dB) di seguito riportata confronta alcuni suoni comuni e mostra come si traduce in potenziali danni all’udito. Il livello di 70 dB è il punto in cui il rumore inizia a danneggiare l’udito. All’orecchio, ogni aumento di 10 dB sembra un rumore due volte più forte.

La corrispondenza fra alcuni suoni comuni ed il livello di rumore in decibel.

Le conseguenze economiche delle misure di abbattimento dell’inquinamento acustico possono essere importanti. Tuttavia, i costi sociali del rumore del traffico nell’Unione Europea sono più di 40 miliardi di euro all’anno e le auto private ed i camion sono responsabili della maggior parte di tali costi, danneggiando la salute di quasi una persona su tre. Un europeo su cinque, invece, risulta essere regolarmente esposto di notte a livelli sonori che potrebbero danneggiare in modo significativo la sua salute.

Le principali aree di mitigazione o riduzione del rumore sono: il controllo del rumore dei trasporti, il design architettonico, la pianificazione urbanistica la zonizzazione acustica, il controllo del rumore in ambito professionale. Rumore stradale e rumore aeronautico sono le fonti più pervasive di rumore ambientale, ma negli ultimi anni si sono aggiunte nuove fonti di rumore che possono costituire una minaccia per la pace e la tranquillità della popolazione: pale eoliche, droni, dispositivi mobili usati ovunque, etc.

La prevenzione è la migliore difesa contro la perdita di udito causata dal rumore. La migliore, prima opzione per la protezione dell’udito consiste, naturalmente, nel ridurre il volume del suono alla sua origine. In secondo luogo, limitare il tempo di esposizione a un rumore forte può ridurre la lesione. Infine, la protezione fisica (anche personale) dal rumore può ridurre il suo impatto. Pure le normative di legge per limitare l’esposizione delle persone e dei lavoratori ai rumori pericolosi risultano utili.

L’istruzione e l’educazione sono la chiave per la prevenzione. Infatti, l’esposizione al rumore in ambito non  professionale non è regolamentata o disciplinata nello stesso modo dell’esposizione al rumore sul posto di lavoro; pertanto gli sforzi di prevenzione dipendono fortemente dalle campagne di sensibilizzazione educativa e dalle politiche pubbliche, oltre che dall’implementazione concreta e corretta delle normative vigenti da parte degli Enti preposti a livello nazionale e locale.

 

Riferimenti bibliografici:

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